Limana. Dopo il racconto della gara, affidato al ricordo degli eventi salienti e delle giocate più importanti, dopo aver riavvolto il tempo e ridisegnato il filo cronologico lungo il quale riordinare i fatti, il vero racconto di una partita, specialmente di un derby appassionante e sentito come quello giocato tra Unione e FioriBarp, lo si ha solo raccogliendo il punto di vista di chi la partita l’ha vissuta in prima persona, calpestando l’erba del terreno di gioco. La vera sintesi di una partita come questa non può non essre che la sintesi degli stati d’animo, delle emozioni, delle opinioni che gli attori possono regalare. Nelle righe che seguono, quindi, la parola passa ai protagonisti. In un racconto incalzato da qualche domanda dei cronisti presenti a fine gara; una rilettura del match ma, più in generale, del percorso fin qui davvero notevole di entrambe le formazioni. Due compagini di spessore che stanno dando lustro a tutto il calcio bellunese.
Il primo ad essere avvicinato dai cronisti è il mister della formazione arancioblu, Alessandro De Battista. Scuro in volto, concede un lapidario commento alla domanda del collega che gli propone di analizzare il match chiedendogli in cosa il Fiori Barp abbia sbagliato oggi. “La partita la commento con poche parole: certe sconfitte si prendono, si incassano; poi vediamo quanto saremo bravi a superarla. Per il resto, non faccio analisi della partita. Ognuno faccia la sua. Io ho la mia di analisi: la partita è stata più equilibrata di quello che si è visto, di quello che il risultato propone. E’ stata una gara equilibrata, per larghi tratti. L’inferiorità numerica ci ha condizionati fortemente negli ultimi minuti. Il terzo gol che abbiamo subito è nato da un fuorigioco, di almeno tre metri, non visto dall’assistente. Non aggiungo altro; il resto lo incassiamo e vediamo se lo superiamo”. Dopo il mister, sempre sul lato Fiori Barp, due parole le concede anche il Presidente degli arancioblu, Victor Fant. Il tre a zero è un risultato pesante ma, forse, l’Unione ha dimostrato di volerlo di più, ha dimostrato di avere più fame?. “Penso di sì; penso che l’Unione oggi abbia dimostrato più fame. Lo avevo detto, in settimana, che gli episodi potevano condizionare il risultato. Per noi oggi il risultato è pesante ma credo, in realtà, sia eccessivo rispetto a quanto effettivamente visto in campo. E’ nato da episodi, come dicevo: una carambola, nel gol di Fiabane; una punizione, nel caso della seconda rete. Faccio comunque i complimenti ai ragazzi dell’Unione perchè hanno veramente gettato il cuore oltre l’ostacolo e hanno giocato come dovevano”. L’espulsione di Caser, forse un po’ affrettata, è stata un duro colpo per il prosieguo della gara? “Dal punto di vista psicologico, restare in dieci complica le cose. Anche se eravamo già in svantaggio di due reti, potevamo pensare, con un gol, di riaprire la partita e di giocarcela fino alla fine. Quando siamo rimasti in dieci, i ragazzi hanno accusato il colpo e hanno perso, probabilmente, questa speranza; anche perchè in campo hanno trovato, comunque, degli avversari sempre pronti, combattivi su ogni pallone. Sul fatto che sia una espulsione affrettata, non so dire se sia così. Accetto la decisione dell’arbitro, in ogni caso. Quando si dà un’ammenda, è giusto darla a prescindere dal fatto che il giocatore sia già stato ammonito in precedenza o meno. Se era giusto ammonirlo, quindi, va bene così e accetto il giudizio.”
Ha un po’ di tempo, durante le interviste degli avversari, per smaltire la tensione passeggiando a bordo campo, il mister dei giallorossoblu Massimiliano Parteli. Vittoria voluta, vittoria raggiunta. E’ così? “Sono contento. Per noi è andata come volevamo andasse. Era un nostro obiettivo fare una buona gara e vincere. Ci siamo riusciti e io non posso che essere contento”. La vittoria in una sfida carica di attese e aspettative, come era quella di oggi, può regalare, oltre ai punti, anche una certa consapevolezza sul proprio valore, sulle proprie capacità. “In queste settimane abbiamo preso qualche critica per la serie ripetuta di pareggi; qualcuno ha detto che l’Unione non sapeva più vincere, che non riuscivamo più a fare gol. Oggi volevamo vincere. Punto. Mi sento molto orgoglioso dei ragazzi; lo sono di tutti i ragazzi”. Un aspetto che emerge, dati alla mano, è che in campo la formazione dell’Unione non presentava molti senatori, quanto piuttosto diversi ragazzi giovani che, comunque, hanno fatto una partita in alcuni casi davvero convincente. In attacco, per esempio, delle tre punte, il più vecchio aveva vent’anni. “E’ stata una gara convincente per tutti. I ragazzi che ho schierato in campo, anche se giovani, sono ragazzi che hanno grandi potenzialità e lo hanno dimostrato oggi, in una partita tutt’altro che facile. Non dimentichiamo che un derby porta con sè sempre un grande carico di tensione. Gestirla non è facile, specialmente se si è alla prima esperienza in situazioni di questo genere. Alcuni dei ragazzi che ho messo in campo non avevano mai avuto esperienza di partite così impegnative, così sentite; era, magari, la prima volta che vedevano così tanto pubblico attorno a loro a guardarli giocare. Posso dire che è stata una prova importante per loro: servirà per farli crescere, per far guadagnare loro fiducia nei loro mezzi. Sono contento, perchè si sono fatti valere”. Tornando alla partita, la gara è stata di ottimo livello. Dal punto di vista dell’Unione, il match è stato interpretato bene fin da subito e condotto con buono spirito. Gli avversari si sono fatti avanti ma, in realtà, non si sono viste grandi occasioni da gol, nè parate impegnative di De Carli. “Abbiamo concesso qualche tiro dal limite, come quello di Ibrahim, e un altro paio di mezze occasioni, specie su alcune palle filtranti sulle quali, comunque, siamo riusciti ad arrivare bene in chiusura. Non abbiamo subito molte occasioni, è vero, siamo stati bravi a chiudere gli spazi quando necessario ma, soprattutto, a imporre le nostre idee e tenere la palla per impostare le azioni. Credo che il dato più significativo sia il fatto di non aver preso gol. Era un aspetto essenziale, in una gara come questa.” Se è vero, come è vero, che avete condotto bene il gioco, in che momento l’avete vinta questa partita? “In realtà, l’abbiamo vinta al novantesimo. Temevamo il nostro avversario, che è una squadra di tutto rispetto. Abbiamo dovuto tenere alta la concentrazione fino alla fine, senza mai abbassare la guardia; lo abbiamo fatto, appunto, fino all’ultimo minuto. Il fatto di non prendere gol dopo averlo segnato è un aspetto positivo, è stato fino ad oggi un po’ un nostro limite. Oggi invece siamo stati bravi. La posta in palio era alta e non volevamo concedere in nessun modo la possibilità agli avversari di riprendere campo, nemmeno dopo che eravamo andati più volte in vantaggio. La partita, per noi, è durata quindi fino all’ultimo secondo”. Gli avversari sono una squadra che, fino a oggi, ha avuto un ruolino di marcia non da poco. La partita era tutt’altro che scontata nell’esito. “Avevamo di fronte una squadra forte, ben attrezzata; ma oggi, secondo me, loro hanno fatto molto meno di quanto sono soliti fare o potevano esprimere; ma questo, credo, sia principalmente accaduto per merito nostro. E’ stata una partita che abbiamo preparato bene, nei dettagli. L’abbiamo studiata, ci siamo allenati con attenzione su tutti gli aspetti. Abbiamo calcolato le possibili variabili, i possibili punti di forza nostri e loro. Alla fine, il lavoro ci ha premiati: siamo riusciti nell’intento di vincere che, per noi, era la cosa che contava di più oggi.” L’organizzazione, lo studio, l’attenzione metodica ai dettagli sono una caratteristica che contraddistingue il tuo metodo di lavoro, coniando un termine, il metodo Parteli. “L’organizzazione è un punto imprescindibile se si vuole ottenere dei risultati. Ma non lavoro da solo. Quindi voglio condividere assolutamente il merito con il mio staff. Lo voglio fare, a maggior ragione, oggi: il grazie è per il lavoro che hanno fatto in settimana, sostituendomi; io sono stato al campo solo martedì perchè ho avuto qualche problema di salute e non ho potuto partecipare agli allenamenti. Per quanto visto in campo oggi, devo loro un grazie: per il grande lavoro che fanno, per la passione che ci mettono, tutti, ciascuno nel proprio ruolo. Avere uno staff preparato e, soprattutto, appassionato come è il gruppo di lavoro che abbiamo all’Unione è qualcosa di davvero importante e prezioso. Il merito di oggi è più loro che mio: li ringrazio per come hanno preparato la partita, soprattutto dal punto di vista psicologico, perchè hanno saputo trasmettere fiducia ed entusiasmo alla squadra. I ragazzi oggi erano carichi e vogliosi di vincere. Dico quindi che la vittoria di oggi è di tutti, nessuno escluso”. Il fatto di essere tornati di nuovo primi, dopo il sorpasso avvenuto domenica scorsa, può aprire a prospettive nuove? C’è una presa di coscienza in più su che cosa questa Unione voglia diventare da grande? “Lasciamo stare la classifica. Siamo alla nona giornata, di certo non ha senso pensare di tirare delle somme in questo momento. Come ho sempre detto, il campionato è lungo e difficile, quindi bisogna procedere per gradi e mantenendo sempre ben saldi i piedi per terra. Lavorare per riuscire a dare sempre il massimo, senza fare troppi pensieri. La vittoria di oggi non la leggo in chiave classifica; la sento ben più utile per noi per il coraggio che può darci nel proseguire nel nostro lavoro. Avevo detto ai ragazzi che la partita di oggi doveva essere un premio per tutto quello che hanno fatto fino a oggi. Credo che sia un premio meritato, alla grande! E’ un premio che arriva come frutto di un lavoro di gruppo. Viene dal contributo di tutti i ragazzi, dal primo all’ultimo. Voglio dire anche un’altra cosa, in merito: credo il successo della gara di oggi derivi prima di tutto dal lavoro della società, che mi ha messo a disposizione una rosa molto competitiva. Quando sei vincolato dalle molte assenze, come sta accadendo in questi ultimi tempi, ma puoi comunque schierare in campo una squadra forte, come abbiamo dimostrato di essere oggi, vuol dire che la società ha fatto un gran lavoro, che ti è vicina. Questa vittoria la dedico alla società: ai presidenti, alla dirigenza, a tutte le persone che ogni giorno ci danno una grande mano e che non ci hanno mai fatto mancare niente in questi mesi”.
Sorridente – come potrebbe essere diversamente dopo un gol come il suo! – si avvicina ai cronisti il terzino dal sinistro fatato, Luca Malacarne, protagonista non solo di una partita di spessore – e di grande corsa – ma, soprattutto, autore di un gol decisivo. Una punizione che, complice una deviazione, si è infilata sotto l’incrocio dei pali siglando il doppio vantaggio dell’Unione. A lui lo spazio per un commento alla prestazione dei giallorossoblu: la partita di oggi ha dato ragione all’Unione, sebbene il Fiori Barp si presenti come una squadra davvero competitiva. Cosa ha fatto la differenza, per far pendere l’ago della bilancia dalla vostra parte? “Il derby è sempre un derby e la voglia di vincere è sempre il denominatore comune per entrambe le squadre che si affrontano. Noi eravamo ben determinati e carichi, decisi di volerla portare a casa. Credo che abbiamo interpretato una gara molto convincente e, forse, abbiamo dimostrato di avere qualcosa in più: eravamo sempre i primi ad arrivare su ogni pallone, lottavamo su ogni rimpallo; abbiamo fatto di tutto per vincere e ci siamo riusciti. La differenza? Abbiamo vinto prima di tutto con la testa: l’aspetto della determinazione, dello spendersi fino all’ultimo senza risparmiarsi, è quello che fa la differenza in queste partite, che sono sempre un mondo parallelo rispetto al campionato. Sono partite difficili, perchè basta calare un attimo l’attenzione per vedere rovesciate le sorti del match. Vince chi è più deciso, più convinto. Abbiamo vinto noi”. Per quanto riguarda invece gli avversari, il Fiori Barp forse ha fatto meno di quanto poteva effettivamente fare? Ti aspettavi che il risultato potesse essere così netto? “Gli avversari sono una squadra decisamente valida, questo non è in discussione. Penso però che siamo stati bravi noi, oggi, a non lasciare loro grandi spazi per l’iniziativa. Credo, cioè, che se non sono emersi, sia più per merito nostro che per demerito loro. Ci hanno provato, hanno tentato di giocarsela. Noi siamo stati molto attenti a non farci sorprendere e, anzi, siamo stati decisivi nel colpirli quando ne abbiamo avuto la possibilità. Le motivazioni non ci mancavano e ci siamo spesi per imporci sugli avversari”. A che punto siete, alla luce di queste prime nove giornate e alla luce anche del risultato di questa sfida così attesa? “La partita di oggi credo abbia evidenziato che siamo una grande squadra: nonostante tutte le difficoltà che potevano condizionarci, come le molte assenze o la pressione delle ultime partite in cui abbiamo faticato a segnare, collezionando una serie di pareggi. Questo è l’unico dato. Non facciamo nè conti nè previsioni. La classifica non è il momento di guardarla: siamo solo all’inizio. E’ chiaro che ci poniamo l’obiettivo di fare bene e di provare a stare davanti, questo è inutile nasconderlo. Ma naturalmente ci sono anche gli avversari con cui fare i conti e, nel nostro girone, ce ne sono di molto forti. Non abbiamo alternative: il campionato è lungo e dobbiamo dimostrare il nostro valore partita per partia, di domenica in domenica. Il gruppo c’è: stiamo lavorando bene, c’è entusiasmo. Partiamo da qui, poi si vedrà dove riusciremo ad arrivare”. (stra)